Goré, 5 aprile 2012

Carissimi Parenti, amici e conoscenti tutti :  Pace e Bene!
Vedo di essere fedele al progetto che ho fatto venendo in ottobre 2011 nella mia nuova residenza ciadiana. Questa sarebbe la mia terza lettera ‘circolare’ che vi invio (la prima al mio arrivo qui, la seconda prima di Natale e questa alle soglie di Pasqua).
“Tanta acqua è passata sotto il ponte”, che non so dove cominciare.
Ma cominciamo dal caldo che fa.
Stamane, alle ore 06, il termometro segnava 31°. Adesso, sono le ore 11, all’ombra della veranda è segnato 38°.  Il solleone delle 13 e 14 dilaterà il mercurio a più di 40°…  Siamo entrati decisamente nel mese più caldo e ne avremo –mi dicono- sino a maggio. E’ lo scotto che dovremmo pagare per avere le prime piogge e quindi l’inizio della stagione piovosa (da maggio a ottobre). 
Stanotte è stata per me una notte in bianco :  madido di sudore, ho passeggiato su e giù per la veranda e quindi deciso di rientrare lasciando la porta spalancata… Presi sonno  alle 23 (regolarmente alle ore 21 sono già a letto),  risvegliandomi a più riprese sino all’alzata delle ore 05 del mattino. …Nessun filo d’aria.  La ‘lotta’ contro il caldo  sarà  dura.   Per vincerla , prima di tutto bisogna che l’accetti  e poi proteggermi come si può (cappello, tapparelle chiuse durante il giorno… Capisco adesso il perché l’interiore delle case dei padri e suore qui sono al buio, è per proteggersi dalla calura esterna!…
Sono le ore 15 e 15 minuti, riprendo a scrivere con darvi una bella notizia. Mezz’ora fa è scoppiato un uragano, venti forti e in tutte le direzioni, con scrosci d’acqua  durati un venti minuti. Primissima pioggia dell’anno, è il frutto degli ultimi giorni caldissimi. Sempre così, forte caldo chiama acqua

Siamo al settimo mese che sono qui: una comunità (=famiglia) di 12 persone, di cui 3 frati formatori e 9 i giovani principianti alla vita religiosa. L’età va dal più giovane (20 anni) al superiore (45 anni) e all’anziano (70 anni, il sottoscritto). Tra noi  prima ci si conosceva appena o niente del tutto: 4 ciadiani  e 7 centroafricani e 1 italiano.
In questi mesi passati assieme, gomito a gomito, stessa casa, stesso mangiare, stessa cappella ove pregare mattino mezzogiorno e sera dinanzi al Santissimo, incontri di formazione e di studio, colloqui interpersonali, lavoro manuale nell’orto e in cucina : tutte opportunità concrete che danno occasione di conoscersi sempre di più, comprendersi, stimarsi  e far esperienza di una comunione di persone che si vogliono bene e che vogliono vivere il Vangelo come l’ha vissuto san Francesco e primi compagni. 
Ancora due mesi e l’esperienza di questo anno  terminerà con il rientro in famiglia per 3 mesi dei 9 postulanti. Per settembre 3 di loro passeranno alla seconda tappa di formazione che è la casa del noviziato in Centroafrica, mentre gli altri 6 ritorneranno qui per fare il secondo anno.  La settimana scorsa abbiamo fatto una valutazione sulle attitudini e qualità di ciascuno di loro, l’impressione è buona nell’insieme del gruppo e nei singoli.  Li incoraggiamo a continuare  il cammino di discernimento della propria vocazione nella libertà e verità, nella ricerca del disegno di Dio-Padre su ciascuno e nell’attuazione della Sua Volontà concreta d’ogni giorno, che è poi di amare tutti come Lui  ci ama.
Appena arrivato, con i giovani -grazie alle buone sementi inviateci da Isabella dall’Italia- abbiamo dato inizio a un grande orto. L’acqua per inaffiare non manca e così si è potuto, e si raccoglie tuttora, avere raccolti d’ogni genere: zucchini, melanzane, pomodori, fagiolini, insalata, basilico, prezzemolo, peperoni…Da seminare prossimamente porri e carote. Grazie a sole e acqua tutto cresce. Il letame andiamo a prenderlo non distante da qui.  I giovani, vedendone i frutti, ci si sono dati, vera palestra di lavoro pratica. Non mancano i legumi a tavola!
Il servizio pastorale che faccio alle comunità cristiane dei due campi di rifugiati centroafricani (uno è Amboko, a 14 km e l’altro, Gondjé. a 17), sino a un mese fa si limitava alla Messa della Domenica, adesso mi occupa sempre di più: due pomeriggi alla settimana sono da loro.
Convivenze  matrimoniali da regolarizzare, battesimi di bambini, prime comunioni da preparare, catecumeni da accompagnare…Famiglie e gioventù numerosa che attendono  d’essere ‘toccate’ e ‘illuminate’ dalla Buona Novella. E ciò lo può fare solo lo Spirito Santo ! …
 Ad Amboko c’è il catechista, Frederic, che viene da Markounda (parrocchia della diocesi di Bossangoa-RCA) , che è stato formato alla scuola di catechisti ; quindi grazie a lui il mio servizio di sacerdote a Amboko è più facilitato. Mentre a Gondje, non essendovi catechista, è la comunità che si è data una struttura con consiglieri, responsabili della Legion de Marie (un movimento ecclesiale molto diffuso nel Tchad e nel Centroafrica) e responsabili della liturgia della Parola domenicale (canti, letture, preghiere, offerte…). 
Ma mi piace qui condividere con voi, carissimi parenti e amici, alcune riflessioni sulla ‘nuova evangelizzazione’, di cui si parla tanto oramai, a livello chiesa, diocesi parrocchie, oggi. 
 - Questo ottobre prossimo si aprirà a Roma l’’Anno della Fede’ (ott.2012-nov.2013) e per tutto il mese a Roma vi sarà il Sinodo dei Vescovi convocato da Benedetto XVI. 
Tema : ‘la nuova evangelizzazione nella trasmissione della fede’.
Anche qui in terre d’Africa, sapete, e non solo nei nostri paesi d’Europa, si sente la necessità, direi l’urgenza, d’una nuova evangelizzazione. Anche se non possiamo parlare ancora di secolarismo, di indifferenza, di relega della religione alla sfera privata come in molti paesi molto sviluppati (Europa, America…), qui c’è il rischio di cadere nel formalismo, nell’esteriorità delle pratiche di fede, nella distribuzione di sacramenti e sacramentali che fanno folklore ma in fondo non vanno al ‘cuore’ della gente e la vita di tutti i giorni resta quella di sempre, non è ‘evangelizzata’.
Si sono aggiunte delle pratiche in più alle altre ancestrali; sempre più frequentemente  tali pratiche ‘cristiane’ restano alla superfice, ad atti d’abitudine (Messa alla domenica quando se ne ha tempo o voglia, lentezza nel domandare il Battesimo dei bambini o inviare al catechismo per la  prima Comunione, Cresime per chi arriva ad essere presente all’appello, Matrimoni in chiesa sempre più rari, e così si dica per la Confessione e l’Unzione degli Infermi..); pratiche che perdono terreno e che, alla prima occasione più interessante (soldi, prestigio, benessere economico…) le si abbandonano, anche per una altra religione…  Pratiche cristiane acquisite per tradizione ma che non hanno toccato il cuore delle persone: non vi è stato in queste un incontro vero personale con Gesù Risorto vivo, trovato in una comunità viva che vive della Sua Presenza !…
 - 45 anni fa, 25 febbraio 1967, fui ordinato sacerdote. Novembre dello stesso anno partii per il Centroafrica.  Al Padre Santo di Genova, in settembre, a me e a padre Antonino (confratello della ValCamonica) diedero il crocifisso di missionari e il 4 novembre arrivò la lettera di ubbidienza che ci inviava a servire nella diocesi di Berberati.  Questo arco di vita di quasi mezzo secolo è trascorso in esperienze molteplici di apostolato: nei villaggi e nei grandi centri, in formazione di catechisti, di responsabili di movimenti (famigliari e giovanili),  in formazione di giovani alla ricerca della propria vocazione, nell’assistenza a ammalati, nella preparazione prima e amministrazione  di sacramenti… Sforzi, tentativi, con altri missionari,  incontri diocesani continui… E si è arrivati al primo centenario dell’evangelizzazione in Centroafrica (1894- 1994). Son passati da quell' anniversario a oggi ben 18 anni: il numero dei battezzati sui registri delle parrocchie si è centuplicato…
Ma quale, la qualità dell’ evangelizzazione avvenuta?... Di vera conversione a Cristo avvenuta?...
Io mi metto in causa: come ho evangelizzato?…Ma forse non è neppure questa la prima domanda da farsi. Il problema è nella ‘vita’ che abbiamo trasmesso, e non solo trasmissione di parole con programma strutture pastorali innanzitutto da fare…. Giovanni Paolo II all’inizio di questo nuovo millennio aveva così detto in una sua lettera a tutti i cristiani (riporto un passaggio):
 « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28,20): promette Gesù.
 Questa certezza, carissimi Fratelli e Sorelle, ha accompagnato la Chiesa per due millenni, ed è stata ora ravvivata nei nostri cuori dalla celebrazione del Giubileo. Da essa dobbiamo attingere un rinnovato slancio nella vita cristiana, facendone anzi la forza ispiratrice del nostro cammino. È nella consapevolezza di questa presenza tra noi del Risorto che ci poniamo oggi la domanda rivolta a Pietro a Gerusalemme, subito dopo il suo discorso di Pentecoste: « Che cosa dobbiamo fare? » (At 2,37).
Ci interroghiamo con fiducioso ottimismo, pur senza sottovalutare i problemi. Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi! Non si tratta, allora, di inventare un « nuovo programma ». Il programma c'è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. È un programma che non cambia col variare dei tempi e delle culture, anche se del tempo e della cultura tiene conto per un dialogo vero e una comunicazione efficace. Questo programma di sempre è il nostro per il terzo millennio. »
 L’anno della fede indetto da Benedetto XVI sarà senza dubbio un rinnovato slancio  in avanti nella ‘nuova evangelizzazione’  -sia per tutti noi, che abitiamo in Africa o in Europa-  del nostro  mondo contemporaneo. 
Carissimi Parenti e Amici, ecco anche questa volta vi invio notizie mie e qualche riflessione.
Un modo questo di tenerci legati dal ricordo dall’affezione e dalla preghiera reciproca.
Oggi è Giovedì Santo, l’istituzione da parte di Gesù dell’Eucaristia, una invenzione Sua veramente Divina; ad ogni celebrazione Eucaristica si rinnova l’Ultima Cena. Cambiano i commensali ma la Persona di Gesù che si offre e che si dà è la stessa!
Oggi pure è l’istituzione del Sacerdozio, Gesù come allora dà agli apostoli d’oggi il potere di ‘rappresentarLo’ e di fare quella Cena in Sua Vece: ‘Fate questo in memoria di me’.
Senza sacerdote, non c’è Eucaristia!…
Una preghiera per noi tutti sacerdoti: Signore, manda santi e ferventi sacerdoti alla tua Chiesa!
Grazie.
Auguri d’ogni bene spirituale e materiale, per tutte le vostre famiglie, bimbi, ragazzi giovani parenti anziani. 
Lasciamoci ‘evangelizzare dalla Parola di Gesù. Per essa Cristo entra in noi. AccettandoLa, praticandoLa si fa in modo che Lui nasca c cresca nel nostro cuore. Paolo VI diceva: « Come si fa presente Gesù nelle anime? Attraverso la comunicazione della Parola passa il pensiero divino, passa il Verbo, il Figlio di Dio fatto uomo. Si potrebbe asserire che il Signore s’incarna dentro di noi quando noi accettiamo che la Parola venga a vivere dentro di noi ».
E con questa profonda e chiara riflessione di Paolo VI, che vogliamo tenere preziosa per la nostra vita, vi lascio con un abbraccio fraterno.                                                                   

                              Padre Pio o, per i Parenti stretti, U Ninni figgiu da Pia du Menegu di Levi                                home