Goré, 5 aprile 2012 Carissimi Parenti,
amici e conoscenti tutti : Pace e Bene! |
Siamo al settimo mese
che sono qui: una comunità (=famiglia) di 12 persone, di cui 3 frati formatori e
9 i giovani principianti alla vita religiosa. L’età va dal più giovane (20 anni)
al superiore (45 anni) e all’anziano (70 anni, il sottoscritto). Tra noi prima
ci si conosceva appena o niente del tutto: 4 ciadiani e 7 centroafricani e 1
italiano.
In questi mesi passati assieme, gomito a gomito, stessa casa, stesso mangiare,
stessa cappella ove pregare mattino mezzogiorno e sera dinanzi al Santissimo,
incontri di formazione e di studio, colloqui interpersonali, lavoro manuale
nell’orto e in cucina : tutte opportunità concrete che danno occasione di
conoscersi sempre di più, comprendersi, stimarsi e far esperienza di una
comunione di persone che si vogliono bene e che vogliono vivere il Vangelo come
l’ha vissuto san Francesco e primi compagni.
Ancora due mesi e l’esperienza di questo anno terminerà con il rientro in
famiglia per 3 mesi dei 9 postulanti. Per settembre 3 di loro passeranno alla
seconda tappa di formazione che è la casa del noviziato in Centroafrica, mentre
gli altri 6 ritorneranno qui per fare il secondo anno. La settimana scorsa
abbiamo fatto una valutazione sulle attitudini e qualità di ciascuno di loro,
l’impressione è buona nell’insieme del gruppo e nei singoli. Li incoraggiamo a
continuare il cammino di discernimento della propria vocazione nella libertà e
verità, nella ricerca del disegno di Dio-Padre su ciascuno e nell’attuazione
della Sua Volontà concreta d’ogni giorno, che è poi di amare tutti come Lui ci
ama.
Appena arrivato, con i giovani -grazie alle buone sementi inviateci da Isabella
dall’Italia- abbiamo dato inizio a un grande orto. L’acqua per inaffiare non
manca e così si è potuto, e si raccoglie tuttora, avere raccolti d’ogni genere:
zucchini, melanzane, pomodori, fagiolini, insalata, basilico, prezzemolo,
peperoni…Da seminare prossimamente porri e carote. Grazie a sole e acqua tutto
cresce. Il letame andiamo a prenderlo non distante da qui. I giovani, vedendone
i frutti, ci si sono dati, vera palestra di lavoro pratica. Non mancano i legumi
a tavola!
Il servizio pastorale che faccio alle comunità cristiane dei due campi di
rifugiati centroafricani (uno è Amboko, a 14 km e l’altro, Gondjé. a 17), sino a
un mese fa si limitava alla Messa della Domenica, adesso mi occupa sempre di
più: due pomeriggi alla settimana sono da loro.
Convivenze matrimoniali da regolarizzare, battesimi di bambini, prime comunioni
da preparare, catecumeni da accompagnare…Famiglie e gioventù numerosa che
attendono d’essere ‘toccate’ e ‘illuminate’ dalla Buona Novella. E ciò lo può
fare solo lo Spirito Santo ! …
Ad Amboko c’è il catechista, Frederic, che viene da Markounda (parrocchia della
diocesi di Bossangoa-RCA) , che è stato formato alla scuola di catechisti ;
quindi grazie a lui il mio servizio di sacerdote a Amboko è più facilitato.
Mentre a Gondje, non essendovi catechista, è la comunità che si è data una
struttura con consiglieri, responsabili della Legion de Marie (un movimento
ecclesiale molto diffuso nel Tchad e nel Centroafrica) e responsabili della
liturgia della Parola domenicale (canti, letture, preghiere, offerte…).
Ma mi piace qui condividere con voi, carissimi parenti e amici, alcune
riflessioni sulla ‘nuova evangelizzazione’, di cui si parla tanto oramai, a
livello chiesa, diocesi parrocchie, oggi.
- Questo ottobre prossimo si aprirà a Roma l’’Anno della Fede’
(ott.2012-nov.2013) e per tutto il mese a Roma vi sarà il Sinodo dei Vescovi
convocato da Benedetto XVI.
Tema : ‘la nuova evangelizzazione nella trasmissione della fede’.
Anche qui in terre d’Africa, sapete, e non solo nei nostri paesi d’Europa, si
sente la necessità, direi l’urgenza, d’una nuova evangelizzazione. Anche se non
possiamo parlare ancora di secolarismo, di indifferenza, di relega della
religione alla sfera privata come in molti paesi molto sviluppati (Europa,
America…), qui c’è il rischio di cadere nel formalismo, nell’esteriorità delle
pratiche di fede, nella distribuzione di sacramenti e sacramentali che fanno
folklore ma in fondo non vanno al ‘cuore’ della gente e la vita di tutti i
giorni resta quella di sempre, non è ‘evangelizzata’.
Si sono aggiunte delle pratiche in più alle altre ancestrali; sempre più
frequentemente tali pratiche ‘cristiane’ restano alla superfice, ad atti
d’abitudine (Messa alla domenica quando se ne ha tempo o voglia, lentezza nel
domandare il Battesimo dei bambini o inviare al catechismo per la prima
Comunione, Cresime per chi arriva ad essere presente all’appello, Matrimoni in
chiesa sempre più rari, e così si dica per la Confessione e l’Unzione degli
Infermi..); pratiche che perdono terreno e che, alla prima occasione più
interessante (soldi, prestigio, benessere economico…) le si abbandonano, anche per
una altra religione… Pratiche cristiane acquisite per tradizione ma che non
hanno toccato il cuore delle persone: non vi è stato in queste un incontro vero
personale con Gesù Risorto vivo, trovato in una comunità viva che vive della Sua
Presenza !…
- 45 anni fa, 25 febbraio 1967, fui ordinato sacerdote. Novembre dello stesso
anno partii per il Centroafrica. Al Padre Santo di Genova, in settembre, a me e
a padre Antonino (confratello della ValCamonica) diedero il crocifisso di
missionari e il 4 novembre arrivò la lettera di ubbidienza che ci inviava a
servire nella diocesi di Berberati. Questo arco di vita di quasi mezzo secolo è
trascorso in esperienze molteplici di apostolato: nei villaggi e nei grandi
centri, in formazione di catechisti, di responsabili di movimenti (famigliari e
giovanili), in formazione di giovani alla ricerca della propria vocazione,
nell’assistenza a ammalati, nella preparazione prima e amministrazione di
sacramenti… Sforzi, tentativi, con altri missionari, incontri diocesani
continui… E si è arrivati al primo centenario dell’evangelizzazione in
Centroafrica (1894- 1994). Son passati da quell' anniversario a oggi ben 18 anni:
il numero dei battezzati sui registri delle parrocchie si è centuplicato…
Ma quale, la qualità dell’ evangelizzazione avvenuta?... Di vera conversione a
Cristo avvenuta?...
Io mi metto in causa: come ho evangelizzato?…Ma forse non è neppure questa la
prima domanda da farsi. Il problema è nella ‘vita’ che abbiamo trasmesso, e non
solo trasmissione di parole con programma strutture pastorali innanzitutto da
fare…. Giovanni Paolo II all’inizio di questo nuovo millennio aveva così detto
in una sua lettera a tutti i cristiani (riporto un passaggio):
« Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28,20):
promette Gesù.
Questa certezza, carissimi Fratelli e Sorelle, ha accompagnato la Chiesa per
due millenni, ed è stata ora ravvivata nei nostri cuori dalla celebrazione del
Giubileo. Da essa dobbiamo attingere un rinnovato slancio nella vita cristiana,
facendone anzi la forza ispiratrice del nostro cammino. È nella consapevolezza
di questa presenza tra noi del Risorto che ci poniamo oggi la domanda rivolta a
Pietro a Gerusalemme, subito dopo il suo discorso di Pentecoste: « Che cosa
dobbiamo fare? » (At 2,37).
Ci interroghiamo con fiducioso ottimismo, pur senza sottovalutare i problemi.
Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del
nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà,
ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi! Non si
tratta, allora, di inventare un « nuovo programma ». Il programma c'è già: è
quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si
incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per
vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo
compimento nella Gerusalemme celeste. È un programma che non cambia col variare
dei tempi e delle culture, anche se del tempo e della cultura tiene conto per un
dialogo vero e una comunicazione efficace. Questo programma di sempre è il
nostro per il terzo millennio. »
L’anno della fede indetto da Benedetto XVI sarà senza dubbio un rinnovato
slancio in avanti nella ‘nuova evangelizzazione’ -sia per tutti noi, che
abitiamo in Africa o in Europa- del nostro mondo contemporaneo.
Carissimi Parenti e Amici, ecco anche questa volta vi invio notizie mie e
qualche riflessione.
Un modo questo di tenerci legati dal ricordo dall’affezione e dalla preghiera
reciproca.
Oggi è Giovedì Santo, l’istituzione da parte di Gesù dell’Eucaristia, una
invenzione Sua veramente Divina; ad ogni celebrazione Eucaristica si rinnova
l’Ultima Cena. Cambiano i commensali ma la Persona di Gesù che si offre e che
si dà è la stessa!
Oggi pure è l’istituzione del Sacerdozio, Gesù come allora dà agli apostoli
d’oggi il potere di ‘rappresentarLo’ e di fare quella Cena in Sua Vece: ‘Fate
questo in memoria di me’.
Senza sacerdote, non c’è Eucaristia!…
Una preghiera per noi tutti sacerdoti: Signore, manda santi e ferventi
sacerdoti alla tua Chiesa!
Grazie.
Auguri d’ogni bene spirituale e materiale, per tutte le vostre famiglie, bimbi,
ragazzi giovani parenti anziani.
Lasciamoci ‘evangelizzare dalla Parola di Gesù. Per essa Cristo entra in noi.
AccettandoLa, praticandoLa si fa in modo che Lui nasca c cresca nel nostro
cuore. Paolo VI diceva: « Come si fa presente Gesù nelle anime? Attraverso la
comunicazione della Parola passa il pensiero divino, passa il Verbo, il Figlio
di Dio fatto uomo. Si potrebbe asserire che il Signore s’incarna dentro di noi
quando noi accettiamo che la Parola venga a vivere dentro di noi ».
E con questa profonda e chiara riflessione di Paolo VI, che vogliamo tenere
preziosa per la nostra vita, vi lascio con un abbraccio fraterno.
Padre Pio o, per i Parenti stretti, U Ninni figgiu da Pia du Menegu di Levi home