Riflessioni sul Pellegrinaggio dei Gruppi di Preghiera di P. Pio  a S. G. Rotondo e Collevalenza dal 17 al 21 settembre 2012

 

Personalmente, devo dire che il “ pellegrinaggio “ dei gruppi di preghiera di P. Pio  inizia assai prima della partenza, con il timore di non riuscire a raggiungere la “quota minima” di partecipanti per poterlo fare. Vi è poi l’andirivieni di persone che si ritirano, per motivi giustificatissimi certo, il cercare di accontentare per la posizione sul bus, per l’assegnazione delle camere, per poter inserire gli ultimi iscritti quando già non ci sarebbero più camere e via di seguito fino al momento della partenza con gli ultimi patemi da parte mia: “corrisponderanno le persone alle varie fermate di raccolta?, mi sarò dimenticata di avvertire qualcuno? Ci saranno tutti? Ecc “

Ma, finalmente i dubbi si dissolvono, tutto è OK poiché il 17 settembre, alle ore 6,20 raccogliamo puntualmente anche gli ultimi pellegrini in V. D. Col ed il pullman, guidato dal nostro fedelissimo Nicola che tutti ci accoglie con il sorriso e l’innata gentilezza, si mette in direzione sud, verso le nostre mete.

P. Agostino, guida e padre spirituale del gruppo ci dà il benvenuto, poi ci lascia riposare un po’ in attesa del fare del giorno.

Il tempo è discreto, c’è appena un po’ di nebbia in pianura ma poi si apre a preludio di una buona giornata.

Anche Raffaella, la capogruppo, dà il benvenuto chiedendo di voler fare “famiglia”, dandoci del tu, cercando di conoscerci, socializzare, di sentirci parte della famiglia di Dio, nella Messa di legarci per mano al Padre Nostro, di rispondere con un cenno al sacerdote allo scambio della pace per poi stringerci la mano vicendevolmente con il sorriso e la preghiera nel cuore.

Mentre il pullman macina i chilometri, P. Agostino ci invita a ricordare tutti coloro che non hanno potuto partecipare, gli ammalati, coloro che ci hanno raccomandato preghiere, ed ognuno mette mentalmente le sue intenzioni nella recita delle Lodi e poi nel S. Rosario.

Viene letta la Preghiera del Decalogo del Pellegrino, si trovano i lettori e i cantori per le Messe, le “fotografe” ufficiali ed intanto ci avviciniamo a Loreto, prima tappa, ed invochiamo La Vergine con la preghiera:”Accoglici o Maria”.

Nella Cappella del Crocifisso, il padre spirituale celebra la S. Messa seguita da tutti con reverente devozione: il gruppo manifesta già compattezza ed intesa di spirito; l’omelia è stata sostituita da un religioso silenzio di riflessione sul Vangelo a cui è seguito il canto sussurrato del Magnificat per sentirci più uniti alla Madonna.

Si riprende poi il viaggio con sosta pranzo e poi nuovamente in cammino. …

P. Agostino ci spiega del perché nella Messa l’introduzione della preghiera è al Padre: perché il Padre è il 1° e si termina con le parole …. Per Gesù Cristo… , perché Gesù non ha perso nessuna parola di Dio, è stato l’AMEN di Dio; ci esorta a credere, come Abramo; Gesù intercede per noi, dobbiamo dimostrare la nostra fede proprio quando siamo nell’impossibile!

Arriviamo a S. G. Rotondo giusto in tempo per l’assegnazione delle camere e per la cena e dopo, alcuni fra noi, nonostante la stanchezza del viaggio, si recano alla recita del Rosario nella cripta del Santuario per porgere un primo saluto di omaggio e di amore al nostro Santo.

Il giorno seguente è ricco di emozioni, ad iniziare dalla Messa nella Chiesetta antica, alla Via Crucis particolarmente sentita e gradita e, nel pomeriggio, dalle Suore del “Miracolo del vetro” illustratoci con un’interessante proiezione è seguita una seconda Messa in cui il celebrante ci esorta a non giudicare perché solo Dio sa cosa c’è in ogni cuore; ci invita ad essere caritatevoli , ad aspirare ai carismi più grandi, non alla Fede, ci dice, perché quando saremo alla presenza di Dio, la fede non occorrerà più, non alla Speranza perché l’avremo davanti, ma alla Carità che essa sola potrà ancora operare secondo la volontà divina. In questa celebrazione frago dà una benedizione speciale alle mamme delle Medaglie d’oro in cielo, alle coppie, alle vedove, alle tre “pellegrine sudamericane” ed alla giovane R. al termine della S. Messa, una delle sudamericane, L., chiede di poter fare un canto nella sua lingua e così scopriamo la sua voce calda, appassionata, bellissima e per tale motivo le chiederemo più volte di deliziarci con i suoi interventi.

Raccogliamo infine l’acqua benedetta che sgorga nel piccolo locale dove è avvenuta, per intercessione di P. Pio, la ricomposizione di un vetro che era stato infranto per poter permettere alle suore di rientrare in convento poiché si erano dimenticate le chiavi per riaprirlo. Prima di sera abbiamo l’incontro con P. Marcellino, testimone di P. Pio che ci parla del Padre, ci racconta episodi inediti della sua vita e dell’importanza che deve avere il Rosario per mantenerci uniti a Maria. Al rientro in albergo, recitiamo i Vespri nella Cappellina .

Il giorno seguente, il 19, è altrettanto fitto nel programma: si va a S. Michele Arcangelo (la Chiesa è in una grotta sotterranea), meta sempre suggestiva e piena di stupore e, per il primo anno, il nostro gruppo è “solo” per cui la Messa è ancora più intima ed intensa e l’omelia si impernia sul valore della carità. Ci viene anche detto che S. Michele sarà il primo ad accoglierci e tutti ci affidiamo alla sua protezione nella preghiera in suo onore.

Prima di rientrare in albergo per il pranzo facciamo sosta in un’azienda tipica locale per acquistarne i prodotti assai invitanti.

Nel pomeriggio ci siamo recati al cimitero per una preghiera ai genitori di P. Pio, poi è seguita la visita alla Basilica ed ancora un saluto a P. Marcellino che fa dono ai gruppi di Genova di un “fazzoletto” dei Padre e noi lo accogliamo con gioia come si accoglie una preziosa reliquia. Ci vengono detti ancora aneddoti sul Padre ed impartita la sua benedizione.

Al rientro, durante i Vespri, Frago impartisce l’Unzione degli infermi agli ultrasettantenni, rito che ripeterà anche il giorno seguente al Santuario del Divin Amore perché tutti quelli che lo desiderano, se nella norma, possano riceverlo.

 

Dopo cena, P. M. Morra, responsabile di tutti i gruppi di preghiera, ci intrattiene sulla “persona” del Santo del Gargano, sulle sue battute, sulle barzellette, sulla sua benevolenza.

Il convento di allora era una “famiglia”, oggi, dice P. Marciano, non c’è più il concetto della gioia in casa.  Bisogna avere, come dall’esempio di P. Pio, delicatezza, affettuosità, seminare amore con allegria.

Ci dice infine dell’Ospedale che è casa, sollievo, centro di fede e di scienza.

P. Pio si caricava della sofferenza degli altri, era offerta vittimale e tale ha voluto essere fino alla fine. Si parla dei problemi dei gruppi, tema introdotto da frago, del dono della salute di cui dobbiamo avere responsabilità e del terz’ordine francescano da cui era formato il primo gruppo con P. Pio.

Il giovedì 20, alle 7,20 si parte per Collevalenza il grande complesso costruito da Madre Speranza, dove le Suore del Divin Amore ci accolgono col garbo e la sensibilità di chi serve il Signore con gioia.

Dopo pranzo ci ritroviamo nella Chiesa per assistere alla liturgia dell’acqua, segno di purificazione, grazia e misericordia, in preparazione all’avviarsi processionalmente alle vasche per immergerci con fede e fiducia di ottenere la guarigione dell’anima e poi ….

Segue la visita guidata nella grande struttura ideata e voluta da madre Speranza che, con le sue immagini di persona benevola e sempre sorridente ci accoglie e sembra ci accompagni.

Il venerdì, ultimo giorno del nostro pellegrinaggio seguiamo la Via Crucis, anch’essa frutto del pensiero di M. Speranza e tutti vi partecipiamo devotamente cercando di immedesimarci nel doloroso cammino della redenzione di Gesù.

Visitiamo poi il singolare Presepe che, di celletta in celletta, parte dalla creazione del mondo per narrare tutta la vita del Figlio di Dio. Raccogliamo infine l’acqua benedetta da portare a casa e, dopo il pranzo, con un po’ di nostalgia perché il tempo è passato così in fretta, portiamo i nostri bagagli nel pullman.

Anche nel rientro la preghiera si alterna ai canti, a qualche facezia, a qualche esternazione delle proprie emozioni, alla piacevole scoperta che in questo viaggio abbiamo trovato nuovi amici che speriamo di non dimenticare più.

Anche la” R. junior” ci fa dono, con una voce soffusa e delicata dell’Ave Maria in genovese da tutti apprezzatissima.

Ringrazio il Signore perché ha voluto benedire questo nostro cammino di fede con tanta benevolenza: tutto è andato bene, ci siamo veramente sentiti in famiglia, dal nostro autista Nicola all’ultimo pellegrino iscritto, ci siamo scambiati sinceri sorrisi e confidenze, siamo stati puntuali, tanti hanno fatto “servizio” ognuno secondo le sue doti, con semplicità, efficienza e spontaneità e tutti, hanno collaborato affinché non insorgessero intoppi.

Un grazie sentito e particolare al nostro P. Agostino che come sempre riesce ad “essere  di tutti”, pastore amabile e paziente; non ho riportato nel dettaglio le sue “omelie” sempre profonde, toccanti, cariche di contenuto (anche quando sono totalmente silenti) che se pur molto incisive e brevi riescono sempre a gettare nei cuori semi che devono germogliare in ognuno in modo unico e personale e tali devono restare per produrre frutti che Dio vuole per ciascuno.

Grazie a tutti quanti hanno partecipato dunque, al nostro Nicola “adottato” da tutti affettuosamente, a frago per il suo modo di essere che così armoniosamente coniuga la spiritualità e la serenità di S. Francesco: benedicilo, Signore, sempre, donagli la grazia della salute perché possa trasmetterci i suoi carismi di profondità interiore e di amore per tutti perché possiamo ancora vivere tante e tante esperienze come questa.

 

  alcune foto... preghiera a Maria prima dell’arrivo al Santuario di Loreto momento di convivialità per gli auguri a P. Agostino preghiera di ringraziamento letta al rientro pellegrinaggio preghiera letta durante la Messa del 50° di Suor Cecilia ed il 25° di P. Agostino dalle Suore della Purificazione torna alla home