LA VALIGIA DI “GESU’ BAMBINO” E’ una bella valigia moderna, un trollej grigio Samsonite che custodisce, quando ”viaggia”, il Gesù Bambino di P. Pio. Questo Bambinello è una preziosa reliquia che una figlia spirituale del Santo, certa Enedina Mori, aveva portato al suo Padre Spirituale e gliela aveva lasciata per un mese perché la tenesse un po’ con sè nella sua cella. Quando la statuina fu restituita emanò per una settimana un profumo soavissimo di rose. Enedina, prima della sua morte, consegnò al P. Marcellino Iasenza Niro (testimone di P. Pio), la sacra effige perché ne disponesse a sua discrezione. P. Marcellino, che aveva predicato più volte gli esercizi spirituali ai gruppi di preghiera di P. Pio di Genova, ha pensato di destinarla loro che la onorano radunando in preghiera i devoti affinché venga tenuto vivo il desiderio di continuare a procedere secondo l’esempio e la spiritualità del Santo che, un tempo, l’aveva custodita con amore nella sua cella n° 1. E dunque questo Pargoletto “ viaggia” tra i gruppi di preghiera ed … oltre. In questi giorni la “ valigia” ha portato il Bimbo nell’Istituto delle Suore Immacolatine di S. Martino ove, per gentile accoglienza della Madre Preside, i bambini della scuola hanno potuto visitarlo in Cappella ed il giorno dopo è stato nella Casa Madre di Albaro dove alloggiano le suore anziane o ammalate dello stesso ordine. Mi ha commosso (io sono colei che ha portato la valigia), l’ansiosa attesa e l’accoglienza trepidante di queste suorine (tra le quali ho ritrovato due care mie ex insegnanti) che davanti al Piccolo Gesù, con il loro amore, gli hanno dato “vita” e lo hanno gioiosamente ricevuto con lo stupore e la naturale semplicità che mi ha fatto magicamente vivere la festosa tenerezza che forse hanno provato i pastori nella grotta di Betlemme. Insieme abbiamo pregato, cantato, condiviso testimonianze e mi hanno permesso di partecipare con loro all’Eucarestia. Con pazienza hanno ascoltato ciò che ho detto loro sulla storia di questo Gesù Bambino e sui gruppi di preghiera che cercano di seguire le orme di P. Pio. Io vi ringrazio, carissime sorelle, di avermi dato la possibilità di stare con voi perché da voi tanto, anche se in così poco tempo, ho imparato: anche se le membra sono segnate dal tempo, il vostro cuore è rimasto “ bambino “ così come piace a Gesù e le vostre mani pur tremule si sono tese alla sua effige con lo slancio, la freschezza, la fede e la purezza di quando a Lui vi siete consacrate. E grazie alla Superiora, Madre M. Grazia che con gioiosa amorevole dedizione si occupa di voi fisicamente, rispettando e valorizzando al contempo la vostra personalità con materna premurosa cura e tiene desti anche i vostri sentimenti facendovi sentire ancora tanto utili perché capaci di pregare e partecipare a tante vicende che accompagnano l’umanità. Raffaella |